Passeggiando nella cittadina di

Silmaril
I Racconti

Iniziazione

di
Moah


Sono Maga. Sono Shamana.
In me rivive lo spirito dell'antico Shamano Volpe Dorata, e lo spirito del Lupo, ed ora anche lo spirito del Corvo.
Sono abitata, non sono mai stata sola.
Dentro di me tanti canti, come fiumi che scorrono impetuosi verso valle, ognuno la sua voce, ma una sola immensa Voce.
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Ed ebbi una Visione.
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C'è la Luna Piena stanotte.
Il mio anziano Maestro è là, seduto sotto il grande Albero, le gambe incrociate, gli occhi chiusi. Dalla sua bocca esce una nenia, dal ritmo monotono di un mantra.
Io sono in piedi nella grande radura, immobile.
Una grande Lupa grigia, vecchia e saggia, è seduta un passo avanti a me. Il suo manto sfolgora alla luce della Luna. Dal suo dorso argentato salgono piccole frecce di luce che mi colpiscono, elettrizzando la superficie del mio corpo, facendolo brillare come il suo. Sento il terreno cedere sotto la pressione delle mie zampe, tendo le orecchie aguzze per ascoltare il respiro della Terra, odoro la Notte. E sogno.
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Sogno un Albero che si erge gigantesco al centro di una radura.
Il mare verde delle sue fronde si protende verso di me, chiamandomi con il mio nome, e tutto attorno, fino a toccare il suolo dove le radici come serpenti scuri sprofondano nelle profondità della terra. Nel suo verdeggiare tumultuante c'è forza, nel suo atemporale germinare c'è saggezza.
E sopra di lui roteano lenti gli uccelli, roteano in un silenzio assopito, roteano in un tempo di Sogno.
Da lassù posso vedere il pianeta, verde e azzurro, ondeggiare infinitamente calmo sotto di noi.
Lassù le api ronzano assonnate nell'aria gonfia di odori.
E lassù il cielo è color cobalto e intorno a me roteano gli uccelli, ed io posso sognare ogni loro quieto sogno...
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Una vibrazione attorno al mio corpo, come il fruscio d'ali di un grande uccello. Ad ogni movimento le mie mani si lasciano dietro una scia colorata, blu baluginante verde e violetto increspato d'oro.
All'altezza del mio cuore vortica una lingua di fuoco smeraldo, spirali dello stesso colore turbinano a dieci centimetri dal mio corpo fisico.
Le mie limitate coordinate spaziali stanno cambiando, e sempre più velocemente.
Il vortice energetico degli atomi impazziti che formano il mio corpo astrale e che anelano a ritornare alla loro configurazione originaria mi procura ondate di nausea che vanno e vengono come risacca sulla spiaggia, e solo quando rinuncio ad ostacolare quella danza il movimento smette di darmi fastidio, e lo smarrimento iniziale lascia il posto a cerchi sempre più larghi di euforica attesa.
Qualcosa nel mio essere si va risvegliando, una sorta di felicità che mi fa piangere...
Alla periferia del mio campo visivo segnali luminosi vanno e vengono, sfolgorando.
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Un battito d'ali. Un battito d'ali davanti a me, intorno a me, d'un uccello nero.
Un balenio nero, un balenio di ali di Corvo. Sbatto le palpebre per fissare l'immagine, ma la luce nera mi ferisce gli occhi. Tanto vale chiuderli.
Infatti ora il balenio si fa più distinto, più percepibile, rallentando il suo ritmo.
Il mio respiro si va dilatando, modulandosi a quello ampio e lento delle ali del Corvo.
Zone di tempo cominciano a contrarsi in uno spazio infinitamente piccolo e ad espandersi svolgendosi in spirali iridescenti, ed ora io posso essere tutte le maghe, tutti gli shamani che furono e che saranno, in uno stesso unico perfetto istante... ad ogni inspirazione nasco, ad ogni espirazione muoio sulle ali nere di luce del Corvo.
Il Corvo dalle Case del Mistero dove la Madre, il capo velato del velo nero della magia, nasconde ai profani ciò che va occultato.
Il Corvo dalle Case del Vento dove la Madre intona il suo canto per chi ha orecchie per sentirlo.
Il Corvo dalle Case del Sogno dove la Madre apre la mano e ti offre la terra che si stende davanti a te, lontana.
Corvo di Luce, nel tuo battito d'ali colgo l'attimo che viene sfolgora e turbina intorno e insegna. La consapevolezza è così intensa da colpirmi come una frustata, facendo esplodere nello spazio i miei atomi impazziti.
E mi sveglio.
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Il mio anziano Maestro, gambe incrociate sotto l'Albero, mi guarda. Non canta più. Sorride.
La Lupa è al mio fianco, vigile. Mi apre la Via.
Il Corvo, sulla mia spalla, guarda per me verso il cielo e mi porta la Voce del Vento.
Ora la riconosco.

Moah, "Battito d'ali di Corvo"








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